Into the Wild

C’è quel momento in cui capisci di trovarti nelle terre selvAgge,

in una situazione nuova in cui, o ti adatti o non avrai ciò che vuoi.

Non sempre finisci volontariamente lì in mezzo, a volte si, a volte no, a volte inizia tutto per gioco, per noia, a volte neanche te ne accorgi.

Sai che essere là dentro potrebbe sconvolgerti la vita,

senti sulla tua pelle che è così.

Sei in bilico ma più vivo che mai.

Che sensazione assurda.

Hai deciso di finirci dentro questa barca e ora ti tocca remare.

E’ troppo tardi tornare indietro? No. E’ solo più facile.

E tu non vuoi tornare indietro. Non vuoi le cose facili, vero?

La fottuta verità è che

non aspetti altro che andare “into the wild”.

Ti senti elettrizzato, pieno di adrenalina.

Quella cazzo di incertezza che ti spinge sempre un passo oltre.

Poi inevitabilmente arriva il momento della verità, quello per cui hai fatto tutta quella strada.

Mi chiedo ancora:

“Me ne vado o vado fino in fondo?”

E’ una pazzia e lo sai.

Ho già scelto, ma

mi lascio il dubbio fino alla fine,

in fondo così è tutto più bello.

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Ritorno

Poggiando le gambe sopra la valigia, in attesa di quel momento.

La mente cerca di immaginare odori, suoni, sensazioni.

Quel momento non è altro che un trampolino per la mente.

Il viaggio è appena finito, o ne è appena iniziato un’altro.

Doveva accadere prima o poi.

Il pensiero di casa apriva un varco verso mille implicazioni.

Non pensare troppo.

Una voce parla, è il momento di alzarsi.

La valigia sembra più pesante tutto d’un tratto,

si abbassa il volume, fino al momento in cui si chiudono gli occhi.

Tutto in un istante.

Alzarsi e dire: “ci siamo”.

Varcare il portellone respirando la brezza mista a salsedine con l’odore di casa che accende ognuno dei sensi e li amplifica in modo improvviso.

Pensare al momento in cui si sarebbe incrociato con quegli occhi,

era come vederli già.

Scappa un sorriso,

in fondo un lungo viaggio serve a vivere di questi momenti.

Sono tornato.

 

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Cambiare è l’unica cosa che conta

Il cambiamento è inevitabile.

Lo è sempre stato e sempre lo sarà.

Non importa quanto decidiamo di opporci o di assecondarlo:

farà comunque il suo corso.

Mi sono sempre chiesto: quanto è essenziale approcciarsi nel modo giusto ai cambiamenti?

Dalla più banale stronzata alla scelta più difficile,

sono pienamente convinto faccia tutta la differenza del mondo.

Puoi decidere se lasciarti trascinare dalla corrente o guidare la tua imbarcazione.

E’ inevitabile non seguire quella dannata rotta esattamente per come avevi previsto:

a volte tornerai indietro, a volte virerai, a volte andrai in mezzo alla tempesta verso l’ignoto.

Ma non lasciare mai quel cazzo di timone per nessun motivo.

Perché perdere il controllo nell’attimo sbagliato può significare smarrire la propria rotta e tutto ciò che ne consegue.

Farò un’altra considerazione.

E se mentre navigassi per quella che credo sia la giusta rotta, mi accorgessi di volerla cambiare?

Ed è qui che bisogna fare (nuovamente) tutta la differenza del mondo.

Perché occorre essere pronti anche alla tempesta.

Cambiare è fondamentale, sta tutto nell’evolversi verso qualcosa di migliore.

in fin dei conti, non essere mai sazi (come me con le rame in questo periodo dell’anno).

Questo pensiero accompagna ogni giorno tutti i giorni della mia vita e ringrazio il cielo sia così.

E’ ciò che mi alimenta le giornate, il desiderio di fare sempre un passo in più,

il brivido di sbagliare ma di rischiare per quel qualcosa di più.

Sbaglio e sbaglierò milioni di volte, cambierò rotta e troverò quella giusta. Senza dubbio.

Preferirò sbagliare milioni volte di più piuttosto che rimanere immobile mentre il mare decide la rotta per me.

Preferirò il rischio di prendere un colpo al non prenderlo,

di fare una cosa che vorrei fare ma non ho il coraggio di fare al non provarci nemmeno,

e sentirmi diverso ma allo stesso tempo quello di sempre.

(Riflessioni notturne in un autunno di Torino)

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Notti di fine Luglio

Il vento accarezzava la pelle inscurita dai raggi del sole,

Il silenzio era lasciava posto ai sussurri ritmici di un canto che scandisce la fine della giornata.

Volgendo lo sguardo all’insù una luce inondò la sua vista

facendogli perdere la cognizione del tempo.

L’odore del legno si mischiava con quello delle foglie che il vento portava con sé

e in quel paradiso di naturale benessere dei sensi,

riuscì convincersi di essere davvero fortunato.

(Carloforte, 31 Luglio 2016)

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Nuove visuali

I miei sensi si risvegliarono come ogni mattina.

Mi sentivo quasi riposato.

Per un attimo non mi resi conto di dove fossi.

Gli spazi attorno a me erano diversi.

Quella mattina c’era qualcosa, nella luce che filtrava dalle tende viola, troppo diversa da come ero abituato nel mio mondo.

Restai per qualche minuto fermo, in silenzio, provando a realizzare quella che a questo punto era la realtà.

Mi trovavo davvero dall’altra parte del Mondo, letteralmente in un altro mondo.

D’altronde era accaduto tutto così in fretta, così all’improvviso che ancora dovevo pienamente assimilare la portata della notizia e delle conseguenze che ne sarebbero derivate per la mia vita.

Pensai subito che non me la sarei passata male, stiracchiandomi nel materasso matrimoniale davvero comodo con cuscini altrettanto comodi.

Eppure sembrava tutto vero.

Non avevo tanta fame, i pensieri coprivano tutto il resto, ma ero sicuro che ciò fosse dovuto anche al fuso orario.

“Ma che ore sono?”

06:06 segnava la sveglia.

Un tantino presto magari, pensai.

Avevo tutto il tempo per godermi quel momento con la calma giusta, o semplicemente per capirci qualcosa di più.

Decisi che era giunto il momento di alzarsi e rimasi soddisfatto quando poggiando un piede per terra non ebbi brividi di freddo.

Sapevo già come volevo vivere quel preciso momento.

Scostai le tende viola e vidi uno spettacolo mozzafiato, persino meglio di quello che vidi la sera appena trascorsa.

Quel piccolo rialzo accanto alle finestre orizzontali mi sembrò fatto apposta per quel giorno, per quella mattina, quando tutto cambiò, mentre la mia visuale si allargava a dismisura verso quella montagna di grattacieli ancora tutti da scoprire.

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