Notti di pioggia

Quella pioggia arrivò inaspettatamente.

Il rumore delle gocce si fece sempre più intenso,

così come l’assoluto bisogno di un silenzio che permettesse di ascoltare

quei suoni che sapevano di legna arsa, di carta stampata e di thè orientale caldo.

Guardò l’orologio e si rese conto che il piacevole assaporare di quei momenti era già finito.

L’insistente temporale sembrava urlargli a gran voce di restare nel suo rifugio,

ma sapeva di non poter mancare.

Arrivò e si sentì nuovamente a casa.

Non esisteva cosa più bella.

Le parole erano proprio quelle che si addicevano ad una notte come quella,

fatta di confessioni, di tacite espressioni, di sguardi che dicevano in fin dei conti tutto.

La pioggia fece il resto,

in quella notte che che rimase legata come l’inchiostro alle pagine di un libro,

ad un tempo che era destinato a farli crescere.

Tutti avrebbero ricordati quei momenti.

Ne era certo.

Quando tornò a casa,

spente tutte le luci,

rimase nuovamente solo con se stesso,

a guardare dalle fessure in legno

quel semplice ma straordinario momento

della natura,

in cui poteva sentirsi parte di essa.

Chiuse gli occhi,

non c’era nulla di più straordinario delle notti di pioggia.

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